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giovedì 30 novembre 2017

0 Il 30 novembre 1892 nasce a Roma l’Anarchico Ennio Mattias.

Il 30 novembre 1892 nasce a Roma l’Anarchico Ennio Mattias. Individualista, propagandista dell’ateismo. Appena sedicenne partecipa ad un comizio di studenti in solidarietà con uno sciopero operaio nella capitale, attacca la monarchia e lacera il tricolore. Per tale gesto viene espulso da tutte le scuole del regno. Da quel momento aderisce al movimento Anarchico. Nella primavera del 1914 è arrestato per aver partecipato ai moti durante la Settimana Rossa, e incriminato per apologia d'insurrezione. Il 15 marzo 1918 il tribunale militare di guerra lo processa per vari reati (attacco e resistenza alla forza pubblica, insubordinazione, insulti e diserzione) commessi con altri Anarchici nel 1917 in seguito alla rivolta di Torino, condannandolo a 6 anni. Nel 1921 è tra i promotori della costituzione degli Arditi del Popolo a La Spezia e Sarzana. Minacciato di morte dai fascisti spezzini, riesce a varcare la frontiera e si stabilisce in Francia, dove continua a svolgere attività di propaganda. Il governo francese ne dispone l’espulsione nell’agosto del 1927, e lo consegna in manette alla polizia di frontiera belga. Dopo una breve permanenza a Liegi, decide di rientrare clandestinamente in Francia ma viene arrestato a Le Havre e rimane in carcere per un mese. Nel settembre del 1939 rientra in Italia dove le persecuzioni poliziesche e le continue minacce lo costringono a sopravvivere semiclandestinamente in condizioni fisiche assai precarie. Nel 1945 è attivo nella ripresa del movimento Anarchico. Collabora all’edizione romana di Umanità Nova e alle testate di Controcorrente di Boston, Le Combat syndicaliste organo della Confederation national du Travail, e Il Corvo, giornale antireligioso edito a Livorno. Subito dopo il 1968, entra in contatto con gli esponenti universitari del nascente Movimento, che, grazie a lui, possono conoscere ed ascoltare gli ultimi eredi degli Anarchici “Malatestiani”. Dopo Piazza Fontana, s'impegna nella campagna contro la strage di stato; su L’Anarchie, n. 79, del febbraio 1970, denuncia la matrice fascista e poliziesca degli attentati di Milano e Roma del 12 dicembre 1969 e l'assassinio di Giuseppe Pinelli. Sottoscrive anche la Lettera aperta sul Caso Pinelli, pubblicata su L'Espresso del 13 giugno 1971, in cui si indica il commissario calabresi come responsabile della morte del ferroviere Anarchico. E’ uno dei fondatori del gruppo Lanterna Rossa, nel quartiere Quadraro-Cinecittà; uno dei primi movimenti politici controculturali di aggregazione sorti nella periferia romana. Nel novembre 1974, rimane paralizzato e quindi bloccato presso la propria abitazione, ma continua il suo lavoro di pubblicista. Muore il 25 maggio 1975 a Roma. A “LANTERNA ROSSA” Ennio Mattias dona il suo archivio di testi, pubblicazioni, fotografie, manifesti ed altro sul pensiero e la storia Anarchica accumulati nel corso della sua vita, a partire dal primo decennio del secolo scorso. Alla sua morte, i compagni di Lanterna Rossa si occupano della cremazione del suo corpo, offrendo all’uomo ateo, simbolo della coerenza politica ed ideologica del passato, l’addio più consono a quella che era stata la sua vita.
 Ⓐ Walter Ranieri

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